L’attualità ci parla sempre più spesso di incidenti legati alla mancanza di controllo sulle persone. In molti si dicono disposti a sacrificare la privacy dei propri dati, qualora servisse a rendere città e strutture pubbliche più sicure. Prendendo in parola questo intento, il governo di Dubai installerà entro l’estate del 2018 sistemi di identificazione assistiti da IA nel suo International Airport.
Cosa faranno esattamente questi sistemi? Prima di imbarcarsi, ogni passeggero dovrà registrare il proprio volto ed i relativi dati anagrafici in sportelli automatici. Durante il transito nel tunnel che porta al gate, 80 telecamere rileveranno i dati biometrici dei clienti e li porranno in un database. Per fare in modo che costoro guardino nella giusta direzione, le pareti del tunnel mostreranno contenuti visivi accattivanti. In questo momento, il Terminal 3 da cui è già partita la sperimentazione visualizza un acquario virtuale.
Incrociando dati biometrici e anagrafici, l’IA effettuerà una serie di controlli in tempo reale per stabilire se un passeggero potrà imbarcarsi oppure no, mostrando i criteri adottati al personale di sicurezza. Il tutto, al momento, senza che esistano dei termini di servizio stabiliti. L’aspettativa da parte delle autorità è che la gente accetti questa pratica senza creare problemi – del resto Facebook ha già un database biometrico dei suoi iscritti creato senza il loro consenso. Tuttavia una cosa è la sicurezza, ed un’altra la pubblicità.
Il Dubai International Airport, infatti, intende usare i dati raccolti dal sistema per mostrare pubblicità personalizzate all’interno dei suoi futuristici tunnel LCD. La vendita di questi spazi frutterebbe all’ente guadagni più che interessanti, a fronte di un vantaggio per il cliente (vedere pubblicità ritagliate sui suoi gusti) non solo relativo ma anche dispendioso, in termini di privacy.
Preoccupa in tal senso il disinteresse con cui la gente comune va incontro a tali scenari, incurante di chi mette le mani sui propri dati personali e forse rassegnata all’idea che tutto ciò sia inevitabile. Eppure, le stesse autorità continuano a subire attacchi informatici, nonostante esistano strumenti come RAIN in grado di evitarli (continua a leggere).