Facebook, Google Search, Youtube, DoubleClick, Twitter, ed ora anche Bing. Sembra che tra i soggetti che nel 2016 hanno venduto spazi pubblicitari sul Web a clienti russi, prima o durante le elezioni presidenziali, ci sia anche il motore di ricerca targato Microsoft. Lo rende noto la stessa casa di Redmond, che in queste ore ha diffuso un breve comunicato agli organi di stampa: “prendiamo molto seriamente le segnalazioni di uso improprio della nostra piattaforma, di conseguenza stiamo indagando e se dovessero emergere evidenze di attività illecite, ci attiveremo per minimizzare simili eventualità in futuro”.
La narrativa del caso è quella che il governo americano porta avanti ormai da mesi, ossia che il governo russo abbia influenzato l’elezione del Presidente degli Stati Uniti sfruttando Internet in diversi modi, tra cui appunto l’acquisto di spazi pubblicitari dai principali fornitori americani sul Web. Il tutto al fine di screditare l’immagine del partito democratico agli occhi del pubblico, volgendone i favori verso il repubblicano Donald Trump.
Nel caso specifico di Bing, i numeri di Microsoft attribuiscono al motore di ricerca il 33% delle ricerche Internet giornaliere totali. Il dato include anche Yahoo!, che è basato su tecnologia Bing. In altre parole, Bing serve ben 10 milioni di utenti sul solo territorio statunitense, un numero pesantissimo in chiave elettorale.
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